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La Disgrafia

Disgrafia: cos’è il disturbo della scrittura, come riconoscerla e come intervenire

Per Disgrafia intendiamo il disturbo delle capacità motorie legate alla scrittura. Il soggetto disgrafico presenta quindi difficoltà a livello del cosiddetto “pattern grafico-motorio”.

Per intenderci, chi soffre di disgrafia non presenta difficoltà a livello uditivo o di comprensione, ciononostante non riesce a scrivere correttamente le parole o ricopiare figure geometriche.

Tra i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (i tanto discussi “DSA”) la Disgrafia risulta essere uno dei più comuni, secondo solo alla Dislessia.

Disgrafia: sintomi di questo DSA

La letteratura scientifica di settore può aiutarci in modo chiaro a riconoscere la Disgrafia nelle sue componenti principali. Sulla base dei criteri diagnostici indicati nei manuali internazionali possiamo riconoscere nel soggetto disgrafico principalmente i seguenti segni clinici:

  • Scarsa leggibilità del segno grafico, la quale si manifesta nella difficoltà da parte di un lettore o dello stesso scrivente a decifrare quanto prodotto dallo scrivente;
  • Compromissione delle grafia in tutti i caratteri utilizzati, compresi i numeri;
  • Disadattamento con il percorso di apprendimento: il soggetto risulta in ritardo o in forte difficoltà rispetto ai propri compagni di scuola/università (Vio C., Lo Presti G., Diagnosi dei Disturbi Evolutivi, 2014)

Porre attenzione a questi campanelli d’allarme della Disgrafia può sicuramente aiutare il soggetto disgrafico ad uscire dalla sua condizione di difficoltà favorendo l’utilizzo di soluzioni alternative e molto efficaci, siano esse un percorso di rieducazione del gesto grafico o l’adozione di strumenti compensativi (di cui parleremo tra poco).

Come riconoscere e diagnosticare la Disgrafia

In genere il soggetto disgrafico mostra una scorretta impugnatura della penna, non riesce a gestire lo spazio di scrittura (superando i margini o talvolta ignorando le righe) e le lettere hanno spesso grandezza poco uniforme. Oltre a questi segnali facili da cogliere, ci sono comunque prove specialistiche e test per la disgrafia che possono fornire un quadro più preciso sulla situazione.

Effettuare una diagnosi di Disgrafia richiede infatti un intervento esperto. Se si colgono i sintomi generali sopra riportati si potrà procedere con test per riconoscere il disgrafismo, che prendono in esame:

  • l’aspetto motorio, con prove prassiche, visuo-motorie e visuo spaziali;
  • l’aspetto neurocognitivo, con prove riguardanti l’attenzione, le abilità esecutive e di linguaggio, oltre che la memoria del soggetto;
  • la misurazione della fluidità e velocità media di scrittura

Queste prove permetteranno allo specialista di definire se ci troviamo di fronte ad un DSA vero e proprio o ad una “difficoltà di scrittura” legata per esempio ad un errato apprendimento del modello calligrafico o comunque a difficoltà destinate a rientrare con il tempo.
Estremamente importante è anche il colloquio clinico che ci darà la misura dell’impatto che ha la Disgrafia sul soggetto disgrafico: quali difficoltà deve affrontare il soggetto? Quanto impatta il DSA sul suo stile di vita?

In ultimo, ma non per importanza, va sottolineato che è molto preferibile effettuare una diagnosi di Disgrafia al completamento del secondo anno di scuola primaria. Una diagnosi precoce potrà essere effettuata solo se si noterà un tratto grafico estremamente irregolare anche in stampatello e se il bambino non riesce a rispettare margini e righe del quaderno.

Una buona notizia per tutti i genitori in ascolto e che darà il tempo al bambino di sviluppare le proprie capacità cognitive!

Inoltre sarà anche importante, grazie all’intervento di uno specialista, definire se ci troviamo difronte ad un Disturbo “puro” (quindi un solo disturbo nel quadro clinico generale) o un Disturbo in Associazione (alla coordinazione motoria, ad un deficit di attenzione/iperattività, ad un disturbo disortografico o dislessico). I quadri clinici inerenti ai DSA possono infatti essere spesso multicomponenziali, ma un intervento esperto potrà aiutare a comprendere per tempo tutti questi importanti fattori!
Non è infatti un caso se l’équipe che si occupa di diagnosticare la Disgrafia è multidisciplinare e composta quindi da Grafologo educatore del gesto grafico, Psicologo, Neuropsicologo e Logopedista (senza contare poi l’apporto di genitori ed insegnanti che costituiscono un elemento di supporto utilissimo).

Agire contro la Disgrafia: cosa si può fare

L’intervento diagnostico e riabilitativo di un esperto è sicuramente la via principale per avere certezza sulla condizione di Disgrafia e per intervenire in modo efficace e corretto.

Ci sono tuttavia molti step precedenti che si possono mettere in pratica. Tra questi, sicuramente, il primo è l’osservazione del soggetto con sospetta Disgrafia. Se sei un genitore preoccupato potrai parlare con gli insegnanti e sottoporre le tue preoccupazioni o, nel caso ci siano segnalazioni da parte di questi ultimi, prendere la cosa con la dovuta serietà.

Niente allarmismi: come hai visto si può diagnosticare e intervenire sulla Disgrafia in modo relativamente semplice, a patto di rivolgersi a servizi specialistici.

Nei casi in cui non siamo di fronte ad una disgrafia ma ad una generale difficoltà di scrivere che comporta comunque difficoltà a scrivere “bene”, conviene valutare l’opportunità di un percorso di rieducazione della scrittura. Il grafologo rieducatore della scrittura è un esperto di grafologia che agisce potenziando l’apprendimento della scrittura da parte del bambino, anche quando non si è in presenza di una disgrafia acclarata. Lavora a livello di perfezionamento della presa della matita, rilassamento muscolare e aiutando il bambino a formare correttamente le singole lettere scritte, utilizzando l’alfabeto tutti i giorni, per poi passare alla formazione di parole composte. Una vera e propria palestra che permette al soggetto di risolvere le proprie difficoltà o comunque di limitare i disagi della disgrafia.

I più recenti studi confermano come percorsi che si concentrano sulla motricità globale – con interventi ad esempio di psicomotricità e rieducazione della scrittura – possono essere un utile supporto all’intervento sulla Disgrafia.

Consigliatissimo in ogni caso è il fare squadra: genitori, operatori specializzati ed insegnanti possono unire le forze e garantire un ambiente di apprendimento cucito sulle necessità del soggetto disgrafico e garantire una migliore riuscita del processo di intervento e di potenziamento.

Limitare il Disgrafismo: alcuni consigli pratici

Pur sottolineando come sia importante attendere che il bambino abbia completato il secondo anno della scuola primaria, è anche da segnalare l’importanza di un intervento precoce sul soggetto disgrafico. In particolare secondo l’Istituto Superiore di Sanità un intervento precoce e tempestivo (durante i primi anni della primaria) risulta essere uno dei fattori di prognosi positiva per l’intervento riabilitativo e la modifica di un quadro iniziale di Disgrafia.

E’ in questa fase quindi che gli educatori devono vigilare per una corretta impostazione della motricità grafica e dell’utilizzo degli strumenti di scrittura (matite, pennarelli etc) di ogni bambino. Qualora i bambini manifestassero difficoltà è possibile intervenire subito tentando un intervento di miglioramento della scrittura.

La educazione o rieducazione del gesto grafico svolta da un grafologo professionista permette di “allenare la scrittura”. Questa azione comporta un margine di miglioramento per chi presenta difficoltà della scrittura. Viene elaborato un programma e una serie di sedute in cui il bambino guidato dall’operatore svolge una serie di esercizi corporei e di scrittura. In questa fase possono ad esempio essere di beneficio le impugnature ergonomiche per matite e penne che permettono di agevolare la presa e facilitare l’utilizzo dello strumento (l’adozione dei gommini deve in ogni caso essere temporanea!). ATTENZIONE: gli strumenti devono essere considerati uno strumento per migliorare la scrittura, ma valgono poco da soli senza la supervisione dello specialista e di educatori/genitori.

Vale sempre la pena tentare una rieducazione del gesto grafico che punti a recuperare alcuni margini di leggibilità e fluidità nella scrittura del bambino, anche in situazioni che si presentano apparentemente importanti. Questo perchè molte volte si sovrappongono difficoltà oggettive a situazioni emotive e spesso anche in un apprendimento scorretto della scrittura.

Quando gli interventi di tipo riabilitativo producono scarsi risultati, esistono strumenti che si possono utilizzare per aggirare il problema del disgrafismo e garantire una vita (formativa, professionale etc..) più semplice a qualsiasi soggetto disgrafico. Li vediamo ora.

Strumenti compensativi Disgrafia: una vita più semplice per il soggetto disgrafico

Premessa: crediamo che provare a imparare a scrivere dovrebbe essere il diritto di ogni bambino e che quindi prima di “chiudere il caso” con l’adozione di strumenti compensativi dovrebbero essere tentati tutti i possibili interventi di correzione della gestualità. Molte volte infatti si incontrano difficoltà di scrittura riconducibili ad un apprendimento inesatto del modello calligrafico (come si fanno le lettere) o a come si impugna la matita/penna, o ancora alla non conoscenza delle regole di tenuta del foglio etc etc etc. Sempre meglio provare a correggere questi aspetti prima di optare definit

Chi soffre di Disgrafismo non deve darsi per vinto. Ad oggi, grazie anche alle nuove tecnologie, esistono numerosi modi di aggirare il problema della Disgrafia.

Un primo modo è quello di utilizzare software di scrittura tramite computer, sorvolando quindi sulla componente motoria della scrittura. Un qualsiasi Word o WordPad sarà sufficiente a questo scopo.

All’interno della scuola o dell’università, grazie alla compilazione di un Piano Didattico Personalizzato (PDP) si potranno inoltre evitare alcuni ostacoli permettendo al soggetto di fornire risposte orali o tramite supporti come il computer.

Disgrafia e disortografia: quali sono le differenze?

Spesso i termini Disgrafia e Disortografia vengono usati quasi come sinonimi, ma qual è la differenza tra disortografia e disgrafia? Questi due concetti corrispondono a disturbi molto diversi fra loro

La Disgrafia è infatti un disturbo individuabile nell’apparato motorio del soggetto (lo studente non riesce a far corrispondere esattamente i propri movimenti a ciò che vorrebbe produrre).

La Disortografia , invece, si colloca ad un livello precedente, ovvero a quella che nel settore viene chiamata “transcodifica del linguaggio orale in linguaggio scritto”. Ciò vuol dire che il soggetto disortografico ha difficoltà nel mettere nero su bianco i fonemi (ovvero i suoni che compongono le parole).

A differenza della Disgrafia, in cui la scrittura può essere illeggibile o estremamente disordinata, nella Disortografia saranno presenti errori di ortografia ricorrenti come lo scambio di una lettera con un’altra (“vuono” al posto di “buono”) o invertire le sillabe o le lettere di una parola.

Anche la Disortografia, comunque, è annoverata tra i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e comporta difficoltà da non sottovalutare per chi ne soffre!

In questo articolo abbiamo voluto conoscere più da vicino la Disgrafia, la sua diagnosi ed i possibili interventi e supporti per il soggetto disgrafico. Come abbiamo visto i DSA come la Disgrafia non sono, ad oggi, una condanna, ma anzi è realmente possibile intervenire per tempo e garantire un impatto minimo del disturbo sulla vita delle persone!

Se vuoi saperne di più scrivi un commento qui sotto oppure – cerca sul nostro sito – per i nostri approfondimenti sui DSA!

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